Notate la contraddizione, vero? Non si può essere fedeli ad un'azienda, che ti lascia a casa dopo sei mesi; poi ti mette in pausa per due; e magari ti riassume, in attesa di un'ennesima pausa. - Sarebbe come dire ad una persona: "Ti amo, ma sappi che ci lasceremo fra 6 mesi. Se ti impegni, può essere che ci si ritrovi più avanti. Ma non posso garantirtelo, perché il mondo là fuori è pieno di opportunità e non me la sento di vincolarmi. Ci tengo alla mia libertà. Dai, ora però rilassati e amiamoci come se non ci fosse un domani....". C'è qualcosa di profondamente malato in questo sistema. Più che un contratto a tempo determinato, è un amore "interruptus", per non dire un'altra cosa... - Il lavoro fisso è stato trasformato in lavoro precario, per motivi ben noti a tutti. Tuttavia nessuno poteva prevedere l'arrivo del Corona Virus. Ah, benedetto sia tu, Virus, e il frutto della tua T-Spike! Qualcosa di imprevedibile sta inquietando le aziende: i giovani se ne vanno, oppure non si presentano ai colloqui. Forza, giovani! Potreste aprire una stagione straordinaria nei rapporti tra imprese e lavoratori, una fase in cui sarete voi a intervistare i Direttori del Personale: "Come vede il suo futuro, caro Direttore del Personale?" "Quali sono i valori umani e professionali espressi daI vostri manager?" "Per quale motivo dovrei offrire le mie competenze proprio a voi?" "A parte il fee, quali esperienze di crescita intendete propormi?" Si noti che non abbiamo usato la parola stipendio, ma "fee". Il prossimo futuro, infatti, vedrà la presenza nelle organizzazioni di molti giovani con un "mindet" da liberi professionisti e solo a quel punto, i contratti saranno davvero stipulati tra persone adulte e responsabili. Qui parliamo ovviamente di contratti "psicologici", perché quelli giuridici arriveranno comunque in ritardo rispetto alla trasformazione della società già in atto.
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AUTORIAlberto Agnelli Archives
May 2022
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