Caro manager, insegnante, genitore, parente, collega, partner o chiunque tu sia:
Dietro queste domande c'è la questionde del "feedback". La lingua italiana deve trovare una formulazione molto più articolata della lingua inglese, per arrivare a cogliere il significato profondo, il "cuore" del feedback. Sono tanti i fattori che influenzano la capacità di dare un feedback. Uno di questi è il linguaggio, cioè le parole che usiamo. Ringrazio un lettore dei nostri post per avere sollevato la questione. Le neuroscienze ci vengono in aiuto. La neurochimica delle nostre conversazioni cambia radicalmente se uso le parole giuste oppure quelle sbagliate. Possiamo avere conversazioni negative (cortisol-producing) e conversazioni positive (oxytocin-producing) e le tracce di questi ormoni hanno tempi diversi di permanenza nel nostro sangue. L'ossitocina scompare molto più rapidamente del cortisolo. Ricordiamo molto più a lungo le parole che ci hanno ferito rispetto a quelle che ci hanno fatto stare bene. Sulla rivista Harvard Business Review nel 2014 è stato pubblicato un articolo che presenta alcuni dati di ricerca sul potere evocativo del linguaggio. Avevamo bisogno della HBR per convincerci che comunicare efficacemente fa la differenza? Sì. Ma siamo sicuri che siamo adeguatamente formati su questo argomento? Vi lasciamo con una nota di ottimismo: no
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AUTORIAlberto Agnelli ArchivesCategories
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