Se hai provato negli ultimi tempi una sensazione strana, che non si può chiamare nè tristezza nè abbassamento del tono dell'umore, ma a cui però non sai dare un nome, forse c'è una risposta. Questa strana sensazione è stata chiamata "languishing": manca lo slancio, la vitalità, la voglia di fare. Insomma, una condizione che a scuola avrebbero valutato da 6-. Vabbè, voi direte, è soltanto svogliatezza. Perchè scriverci sopra un post? - Il "languishing" è in realtà assenza di benessere, indifferenza, stagnazione. E' mancanza di gioia e di scopi. E' la pianta che appassisce lentamente per mancanza di nutrimento. Non sta vivendo bene, sta sopravvivendo. Sono gli effetti della pandemia, che ci ha sottratto la possibilità di pensare al futuro. Corey Keyes, sociologo e psicologo americano, da anni studioso della cosiddetta "psicologia positiva", con il termine "languishing" tratteggia un sentimento che è emerso da alcune sue ricerche e che potrebbe perdurare anche nel corso del 2022. Cosa fare? Keys ci offre alcuni spunti, che noi ci permettiamo di arricchire:
Riumanizzare la nostra vita e i luoghi di lavoro è la strada maestra per recuperare quella linfa vitale che la paura del contagio ha progressivamente ridotto. Sì, ma facciamolo davvero, forza!
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Invece no. C'è un virus che fa più danni del Covid: la povertà di spirito. "Sarebbero da fare fuori" "Chi nasce tondo, non può morire quadrato" "Sono morti che camminano" "Vogliono soltanto un aumento di stipendio" "Hanno ormai il cervello piallato" "Solo l'assunzione di giovani potrebbe cambiare la situazione" - Un'antologia di visioni del mondo che talvolta capita di incontrare nei corridoi delle aziende. - Convinzioni "ciniche" sulla natura dell'essere umano e più in generale sul potenziale di cambiamento delle organizzazioni. Nel tempo, queste "letture del mondo" diventano agenti patogeni che sviluppano un atteggiamento micidiale: l'idea che "noi siamo migliori degli altri". Migliori di questi colleghi, migliori dei clienti, migliori dei nostri fornitori, migliori della concorrenza. - Cosa fare?
"La gestione dell'impresa non può tenere conto degli interessi dei soli proprietari della stessa, ma deve anche farsi carico di tutte le altre categorie di soggetti che contribuiscono alla vita dell'impresa: i lavoratori, i clienti, i fornitori dei vari fattori di produzione, la comunità di riferimento. Negli ultimi anni si è notata la crescita di una classe cosmopolita di manager, che spesso rispondono solo alle indicazioni degli azionisti di riferimento costituiti in genere da fondi anonimi che stabiliscono di fatto i loro compensi. Anche oggi tuttavia vi sono molti manager che con analisi lungimirante si rendono sempre più conto dei profondi legami che la loro impresa ha con il territorio, o con i territori, in cui opera". Investire - aggiunge Benedetto XVI - ha sempre un significato morale oltre che economico. - Tutt'altra musica, vero?
Sappiamo che il PIL di un paese è il valore complessivo delle merci e dei servizi prodotti in un anno. Ci sono molti paradossi collegati a questo indice statistico. Se siamo in auto bloccati nel traffico, consumiamo più carburante e il PIL aumenta. Dovremmo essere felici di tutto ciò? No, perchè aumenta anche l'inquinamento atmosferico e peggioriamo la nostra salute. Dopo decenni di dibattito accademico e politico, siamo infine arrivati a considerare un altro indice di sviluppo: il BES (Benessere Equo e Sostenibile). Nel 2018, il DEF (Documento di Economia e Finanza) presenta la versione definitiva di questo indice, che risulta composto da 14 dimensioni. - Per capire se viviamo in un paese non soltanto economicamente produttivo, ma anche "sano" , dobbiamo allargare la visuale e considerare altri aspetti: obesità, abusivismo edilizio, emissioni di CO2 e altri gas clima alteranti, etc. Ora passiamo dal BES di un paese a quello di un'organizzazione.
Sai gestire il tuo tempo? Sicuramente è una capacità importante per coniugare al meglio vita personale e vita lavorativa. Nelle aziende, ma anche on line, sono disponibili molti corsi dedicati all'argomento: - La gestione efficace del tempo - Time Management (che è la stessa cosa, ma vuoi mettere l'effetto?) - Gestire il tempo e gli obiettivi - Gestione del tempo e dello stress Sono corsi utili? Bisognerebbe chiederlo a chi li ha frequentati. Quando ero più giovane, eroico e soprattutto "free-lance", ne ho tenuti a decine. Mi capitava a volte di provare imbarazzo. Dentro di me sentivo che parlare del tempo degli "altri", senza un'adeguata riflessione sul valore del tempo in generale e soprattutto su come vivessi il "mio" di tempo, rischiava di farmi passare come "esperto" agli occhi delle persone, quando invece esperto non ero. Anzi, ho vissuto per anni in lotta con il "mio" tempo. E l'ho sempre detto ai gruppi di persone con cui stavo lavorando.
Per chi ha frequentato il liceo, Seneca purtroppo è spesso soltanto un ricordo (doloroso) associato allo studio del latino. Per chi invece non lo ha mai incrociato nella propria vita, possiamo dire che Seneca oggi sarebbe paragonabile ad un buon mentore, una specie di "coach". Così va meglio, vero? (non me ne vogliano i classicisti...)
"Fai così, Lucilio mio, rivendica il tuo diritto su te stesso e il tempo che fino ad oggi ti veniva portato via o carpito o andava perduto raccoglilo e fanne tesoro (...) Dunque, Lucilio caro, fai quel che mi scrivi: metti a frutto ogni minuto; sarai meno schiavo del futuro, se ti impadronirai del presente. Mentre rinviamo i nostri impegni la vita passa. Niente ci appartiene, Lucilio, solo il tempo è nostro". Se fossi a capo di un'azienda, proporrei a tutti i manager di riflettere sulle parole di Seneca. E poi chiederei loro di calcolare il tempo che spendono e fanno spendere ai loro collaboratori in attività che non danno valore alcuno. Mi fermo qui. Non voglio sprecare oltremodo il vostro tempo. Hai il Proficiency? L'IELTS? Oppure hai il TOEFL? Sei giovane? Impara bene l'Inglese! Sei un lavoratore e non hai tempo neanche per prepararti la cena? Allora, impara l'Inglese, altrimenti sei "out"! - Spendiamo tanti soldi e tempo per colmare le onnipresenti "lacune". Impariamo la grammatica Inglese e facciamo tanti esercizi pressochè inutili per "memorizzare" regole ed eccezioni. Intanto, la noia regna sovrana come la regina d'Inghilterra. - L'Andragogia (modelli e metodi di apprendimento degli adulti) è un campo di studi fondamentale per capire le ragioni sottostanti il sostanziale fallimento di molti programmi di insegnamento della lingua Inglese (tanto a scuola, quanto nelle aziende). Ma il discorso discorso riguarda anche la formazione aziendale, sia quella tecnica sia quella relativa alle "soft skills". I "nemici giurati" del nostro Inglese:
- "Stay hungry, stay foolish". La conoscenza è disponibile ovunque. Oggi la digitalizzazione ci permette di fare ciò che solo pochi anni fa sarebbe stato impensabile. La differenza sta nel capire cosa vogliamo ottenere e come possiamo farlo, senza farsi condizionare dai modelli dominanti.
Fate leggere questo articolo ai vostri figli, ai vostri apprendisti, a chiunque sia interessato alla questione giovani. Nel 2012, la giornalista Maria Carla Rota ci andava giù pesante. Chissà quanti giovani avranno letto il suo articolo. Probabilmente pochi. Forse doveva farsi strada anche lei e quindi si allineava al "mainstream". - In effetti, scrivere per Affari Italiani implica una certa adesione al paradigma dell'Homo oeconomicus. Poi deve essere successo qualcosa. Sarà stato il cammino di Santiago. Oppure la Pandemia da Corona-Virus, che tante occasioni di lavoro sta offrendo ai giornalisti. Infatti, nel dicembre 2021, la stessa giornalista titola così un suo articolo: "Anche la meditazione diventa hi-tech: come iniziare il 2022 con filosofia". - Ma come? La filosofia richiede pensiero critico, lentezza, capacità di elaborazione. Come si concilia tutto questo con quanto scritto 10 anni prima? Se ce la prendiamo con filosofia, siamo più interessati a noi stessi che al Sacro PIL, giusto? Oppure è cambiato il paradigma: adesso è l'era dell'Homo Meditans? Cari giovani, guardate il film "Matrix" e meditate. E se possibile, quando leggete articoli che vi danno per spacciati a 29 anni, rispondete con un sorriso e andate avanti. Noi adulti, cosa possiamo fare? Insegnare ai giovani il pensiero critico non solo per contribuire al benessere delle aziende, ma soprattutto per aiutarli a diventare cittadini consapevoli. E cerchiamo di chiarirci le idee su sostenibilità, inclusione, diversity, perché ne parliamo spesso a vanvera. Guardiamo alle discriminazioni e alle diseguaglianze che subiscono gli stessi giovani e cerchiamo di porvi rimedio. Pensare che un giovane abbia una "expiring date" provoca davvero un senso di nausea... https://lnkd.in/dNX9DrQ4 https://lnkd.in/dWDJ3YXF Quante volte abbiamo sentito oppure pronunciato questa frase? Quando entra nel nostro vocabolario con una certa insistenza, allora c'è un problema. Sì, perché questa frase nasconde un altro messaggio, una sorta di "postura" esistenziale: "io non cambio, semmai devono farlo gli altri". Dagli anni '60 fino agli anni '80, la Mivar di Abbiategrasso produceva TV: nere, robuste, senza fronzoli. Nel loro telaio di plastica era presente lo "spirito imprenditoriale" del suo fondatore: Carlo Vichi, stile relazionale da "buon padre di famiglia", tradizionalista, fascista dichiarato e attento ai bisogni materiali dei dipendenti, nella maggiore parte donne che lavoravano alla catena di montaggio. - Tutti parlavano di Vichi con ammirazione ed anche sottile timore. Vengono in mente le parole del filosofo tedesco Hegel a proposito di Napoleone: “L’imperatore – quest’anima del mondo – l’ho visto uscire a cavallo dalla città, in ricognizione; è davvero una sensazione singolare vedere un tale individuo che qui, concentrato in un punto, seduto su un cavallo, spazia sul mondo e lo domina”. - Si racconta che molti suoi dipendenti per comprare casa chiedessero un prestito a Vichi anziché alle banche. Ed è comprensibile, visti i "magheggi" cui ci hanno in seguito abituati le banche . Ma Vichi era molto di più.
Il cambiamento allora era più lento di oggi. Eppure scorreva carsicamente sotto il suolo della Mivar.
"Per decenni ha dato lustro alla città e a tanti abbiatensi la possibilità di avere un’occupazione che spesso si tramandava dai genitori ai figli. Era schietto, diceva esattamente quello che pensava e non si è mai allontanato dalle proprie posizioni. Ma questo gli ha permesso di guidare un’azienda grande come la Mivar, l’unica nel Paese a realizzare televisori di quel livello". (articolo di F. Pellegatta, 21 Settembre 2021 - Il Giorno.
Torneremo ad abbracciarci serenamente? Assolutamente sì, ma dobbiamo correre qualche rischio e non vivere il Covid 19 come se fosse la peste del terzo millennio. Nel frattempo, facciamo qualcosa per gli adolescenti. Le aziende potrebbero sostenere dei progetti informativi ed educativi nelle scuole presenti sul loro territorio. Che fine ha fatto la Social Responsibility? Anche su Linkedin spopolano i post auto-celebrativi: "Abbiamo fatto questo e quello; siamo qui a mangiare insieme per celebrare il successo del progetto X oppure Y". D'accordo, siete bravi. Ma agli altri membri della comunità Linkedin, che gliene frega? Chi ci legge, ne parli ad HR oppure se ne ha la responsabilità personale, lo faccia subito e teneteci informati. "I dati della società italiana di pediatria (Sip) dicono che sono aumentati del 147% gli accessi per “ideazione suicidaria”, seguiti da depressione (+115%) e disturbi della condotta alimentare (+78.4%)". "I ragazzi sono stati forse abituati ad aver paura della sofferenza, a doverla necessariamente allontanare, sono stati inondati di istruzioni, corsi, su come evitarla, superarla; invece forse si dovrebbe aiutarli a sopportarla, a fermarsi, “so-stare” e a non associare la sofferenza al fallimento". (Giusi Sellitto, medico neuropsichiatra, H San Paolo di Milano).
Parecchi anni fa mi accorsi che nella mia rubrica telefonica c'erano i nomi di persone conosciute nell'ambito professionale che mi cercavano soltanto per avere informazioni, redigere proposte commerciali, oppure sviluppare progetti che poi - per una ragione o per l'altra - finivano sistematicamente nel cassetto.
Eppure io tenevo i loro numeri nella mia agenda, li tenevo ben stretti come fossero feticci di una futura ricompensa. E non li cancellavo nemmeno davanti all'evidenza della loro inutilità. Ero convinto di essere una persona generosa per natura. E invece mi sbagliavo.
Solo così può accadere qualcosa di veramente rigenerante: ci mettiamo al "servizio" e diventiamo un "contributo" per gli altri.
Si tratta di un cambiamento radicale di prospettiva, una sorta di "salto quantico" nel modo in cui percepiamo noi stessi e gli altri. Diventare un "contributo" ci apre ad un nuovo "gioco" della Vita, molto più interessante e soddisfacente. Non ti senti ricambiato in qualche modo? Allora la tua intenzione era "viziata" fin dall'inizio. Proviamo a "lasciare andare". Ci sono tanti modi per farlo. Ad esempio: cancellare dalla tua agenda telefonica i numeri che non chiami mai.. "Andare sul balcone": un modo per ridurre lo stress quando ci sentiamo schiacciati da tante cose da fare, siamo in affanno e il corpo è teso. Questa tecnica interrompe gli schemi comportamentali negativi (ad esempio stare seduto a rimuginare sulle tante scadenze e dire "non ce la farò mai"...), un po' come se schiacciassimo un interruttore. A volte possono bastare pochi minuti. Se siamo in casa, ci spostiamo in un'altra stanza. Oppure usciamo e ci sediamo su una panchina. In ufficio, ci alziamo e guardiamo la nostra scrivania mentre siamo appoggiati al muro. La cosa importante è cambiare il "punto di osservazione" sulla situazione che ci assilla. "Andare sul balcone" non vuole dire distrarsi, ma spostarsi fisicamente in un altro spazio e "osservare" il problema da lontano. In questo modo alleniamo la capacità di "distanziamento psicologico" e la mente e il corpo si placano. Il sottoscritto ha passato molti anni a preoccuparsi eccessivamente dei problemi degli altri. Perciò una raccomandazione: "Andate sul balcone", ma non sporgetevi troppo, please! |
AUTORIAlberto Agnelli ArchivesCategories
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