Amare quello che facciamo nella nostra vita è sicuramente una benedizione. E non sempre le persone amano ciò che fanno. 

Noi abbiamo fatto sacrifici immensi per potere diventare quello che siamo e ancora abbiamo tanto da imparare. Sicuramente la passione è stata la “benzina” che ci ha spinto ad andare avanti per la nostra strada, spesso costellata anche di fallimenti e inaspettate accelerazioni dovute al mondo esterno. 

Tuttavia avere passione significa anche provare piacere e potere contribuire nel nostro piccolo ad una causa più grande. 

Ci siamo interrogati spesso sulle ragioni profonde che ci hanno spinto ad abbracciare questo lavoro. 

Alla fine, siamo arrivati alla conclusione che il nostro scopo nella vita è quello di rendere questo mondo più bello di come ce lo hanno consegnato i nostri genitori e i nostri insegnanti.

Di renderlo più sano, vibrante ed entusiasmante. 

Quando incontriamo alcuni colleghi e le persone che lavorano nelle aziende, che ci guardano con occhi spenti e privi di qualsivoglia passione, lo stomaco si stringe; sentiamo quasi disagio per loro, perché hanno perso l’amore per l’apprendimento, che invece noi vogliamo coltivare con generosità e impegno. 
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E’ un peccato sapere che esistono tante aziende nel nostro Paese che vivono la formazione come se fosse un obbligo; che pensano soltanto al profitto e al tempo sottratto alla produttività a causa delle ore di formazione; che investono sulle persone soltanto se esistono i cosiddetti “fondi finanziati”, senza i quali probabilmente non ne varrebbe la pena. 

Nel Paese che è stata la culla del Rinascimento e che ha fatto della cultura, dell’ingegno e della bellezza il suo codice distintivo riconosciuto del mondo, c’è da essere preoccupati. 

Eppure, per fortuna esistono anche altre realtà organizzative molto più avvedute, che investono sulle loro “umane risorse” e i risultati si vedono, sono sotto gli occhi di tutti. 

E’ anche grazie a loro, che perseveriamo con passione nel nostro intento di diffondere bellezza e amore per la conoscenza, perché solo in questo modo possiamo rendere i luoghi di lavoro dei luoghi di produzione non solo di merci e servizi, ma anche di evoluzione personale.
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Con l’avvento di Internet e dello sviluppo tecnologico digitale, siamo entrati definitivamente nella cosiddetta “società della conoscenza”, con conseguenti vantaggi e svantaggi a livello socio-economico.

Tutto ciò ha comportato importanti ricadute esistenziali sulla vita di milioni di cittadini in tutto il mondo, soprattutto per quanto riguarda la gestione della complessità crescente, che diventa ogni giorno una realtà sensibile anche per coloro che non più di una manciata di anni fa si ritenevano al sicuro da ogni perturbazione. 

Oggi possiamo constatare con i nostri occhi che la sicurezza del posto di lavoro, la stabilità del nostro stile di vita e la certezza di potere seguire una rotta “lineare” fino ad avvenuto atterraggio, sono aspetti in netto contrasto con l’incessante brusio, per non dire ormai rumore assordante, del cambiamento continuo.

Per questa ragione, dobbiamo investire investire nella formazione, nella crescita delle competenze relazionali e professionali, altrimenti molte persone e imprese si troveranno sempre di più isolate e sguarnite degli strumenti culturali per vivere in questa società della conoscenza che sta già mostrando il suo volto. 

Già nel 1993, il Consiglio Europeo aveva adottato il Piano Delors, che stabiliva ufficialmente il concetto di life-long learning society, in cui quello che conta è “imparare a imparare lungo il corso della vita”. 

Pertanto, noi di Sigma Smart Learning non ci stiamo inventando nulla di nuovo. 
Ma un conto era parlare di apprendimento individuale ed organizzativo allora; altra cosa è farlo oggi e soprattutto proporre l'apprendimento con le nuove tecnologie di e-learning, le scoperte delle neuroscienze e della scienza cognitiva e la diffusione di massa dei device mobili.

Noi stessi siamo impegnati in un costante processo di aggiornamento professionale, anche grazie al proficuo scambio di know-how con i colleghi stranieri e all’apertura verso i contributi dei nostri collaboratori più giovani, che ci incoraggiano costantemente a credere in quello che proponiamo. 

Se volessimo chiudere questa note sull’apprendimento continuo in modo trasparente, potremmo dire così: sappiamo bene cosa significa aggiornarsi e quanto impegno e dedizione occorra metterci. Ma oggi possiamo aggiornarci ovunque e con piacere! 

Per questo motivo crediamo così tanto nel nostro mestiere e sogniamo di accendere il desiderio dell’apprendimento in tutti coloro con cui lavoriamo. E poi scusate, ma la Vita non è forse già di per sé un apprendimento continuo? 

Una parola sempre più diffusa, ma per chi si occupa di Sviluppo Organizzativa cosa significa “sostenibilità”?

In che modo si traduce nella pratica della nostra professione?

Quando ci chiedono di aiutare le persone a diventare più intraprendenti, oppure a gestire meglio il loro ruolo di manager, il valore della sostenibilità si traduce in una semplice domanda che poniamo a noi stessi e ai nostri interlocutori: 


​Il cambiamento che volete ottenere è coerente con i vostri valori, obiettivi e soprattutto con la vostra mentalità o cultura aziendale?


Detto in altri termini: è uno spreco di tempo e di risorse guardare ad alcune aziende “modello” - che magari hanno raggiunto certi risultati grazie ad ingenti investimenti di formazione e denaro - semplicemente perché sono diventati un punto di riferimento. 
Ciò che conta è chi siete voi in questo preciso momento storico e da quale passato arrivate e valutare quale passo in avanti volete fare. Il resto non conta. 

Se siete un’azienda che per anni ha puntato sulla stabilità del business e sul rispetto della gerarchia, cercare di colpo un modo diverso di lavorare, magari all’insegna della partecipazione e della leadership diffusa, è velleitario. Sarebbe come pretendere a 50 anni di nuotare per un’ora di seguito senza alcun allenamento.

Tempo al tempo, signori. Lo sappiamo, a volte il tempo non c’è e dobbiamo cambiare perché la rivoluzione digitale, la globalizzazione e altri fattori imponderabili come il Covid stanno sconvolgendo la nostra routine quotidiana. Se vi dicessimo che si può fare e subito, saremmo dei ciarlatani. 

Se invece vi dicessimo: d’accordo, iniziamo a fare il primo passo verso la meta e poi misuriamo cosa è successo, allora saremmo dei veri professionisti di Sviluppo Organizzativo. 
Probabilmente vorreste sentirvi dire qualcosa che appaga il vostro Ego e vi rassicuri sul fatto che non state sbagliando. Ma in questo caso vi staremmo manipolando. 

Noi siamo radicati nella realtà, che per definizione è imperfetta. Quindi non facciamo promesse impossibili da mantenere. Eppure capita spesso che facendo quel primo passo, possano accadere cose straordinarie.